Sotto questo sole [la Repubblica]

… è bene stare in guardia se si prende qualche farmaco. Enrico Brunetta, immunologo presso l’Istituto Clinico Humanitas ci spiega come comportarci per non mettere a rischio la nostra salute in vacanza
di Paola Scaccabarozzi

Molti di noi sono costretti ad assumere regolarmente farmaci, per tenere sotto controllo, per esempio, disturbi come il diabete o l’ipertensione. Oppure il medico ci ha appena prescritto l’antibiotico o usiamo un contraccettivo orale. Ci si dimentica spesso però di una possibile iterazione tra le medicine e i raggi solari. Come comportarsi allora per non incappare in situazioni spiacevoli e per non mettere a rischio la nostra salute sotto l’ombrellone?
Lo abbiamo chiesto a Enrico Brunetta, immunologo presso l’Istituto Clinico Humanitas.

Ci sono categorie di farmaci che possono scatenare reazioni particolari se assunti prima dell’esposizione al sole? 
Esistono diverse categorie di farmaci che possono dare una reazione di fotosensibilità, ovvero una reazione cutanea che si sviluppa per l’effetto combinato della luce solare e di sostanze chimiche, quali i farmaci. Tra le categorie maggiormente diffuse tra la popolazione sono certamente da ricordare alcuni antibiotici molto comuni (levofloxavina, ciprofloxacina, sulfamidici, tetracicline), i farmaci antiinfiammatori non steroidei (ibuprofene, ketoprofene, naprossene sodico), i diuretici (furosemide e idroclorotiazide), alcuni ipoglicemizzanti (sulfaniluree), le statine, alcuni anti-ipertensivi (enalapril) o antiaritmici (amiodarone, diltiazem) e, infine, i contracettivi orali. Tutti farmaci molto diffusi, quindi è importante conoscere i possibili rischi legati a una esposizione prolungata alla luce solare. Paradossalmente le creme solari, assolutamente raccomandate per la protezione dai raggi ultravioletti e diffusissime nelle spiagge e sotto l’ombrellone, sono tra i prodotti/farmaci che possono provocare comuni reazioni di foto sensibilità, anche se sarebbe meglio parlare di foto allergia.

Quali sono le reazioni possibili?

Esistono due categorie di reazioni di fotosensibilità indotta da farmaci: la foto tossicità e la foto allergia. La foto tossicità è causata dall’interazione tra la luce solare e le molecole dei farmaci. Si avrà così una reazione localizzata a livello cutaneo (foto attivazione). Da questa interazione si produce un effetto fisico-chimico in grado di danneggiare le membrane cellulari e il DNA. Nel caso della fotoallergia si parla invece di modificazioni a livello delle molecole dei farmaci a carico della luce solare che portano alla formazione di farmaco-antigeni che danno luogo ad una vera e propria reazione allergica. Le due reazioni sono molto diverse tra loro sia per l’incidenza, maggiore nelle reazioni di foto tossicità, sia per i tempi di comparsa delle reazioni, che si presentano entro minuti oppure ore, nel caso della foto tossicità, mentre si parla di giorni nel caso della foto allergia. Inoltre, se nelle reazioni di foto tossicità è richiesta una dose elevata di farmaco per avere una reazione cutanea, la foto allergia si verifica dopo almeno due esposizioni al farmaco prima di poter avere una reazione allergica. Questo tipo di reazione non si sviluppa, però, in tutti i soggetti, ma solo in quelli predisposti. Esistono infine alcune patologie meno comuni come la pseudoporfiria o il lupus eritematoso cutaneo sub acuto in cui possono essere presenti reazioni di fotosensibilità per specifici farmaci.

Come si manifestano? Quali sono i sintomi?
La fototossicità si presenta come una “esagerata scottatura solare” o sotto forma di eritema presente solamente nelle aree fotoesposte. La reazione fotoallergica assomiglia, invece, a una dermatite generalizzata localizzata anche in aree non esposte al sole. Tuttavia, la distinzione tra queste due forme dermatologiche non è così semplice, quindi bisogna sempre rivolgersi al medico.

Come si distinguono le forme più gravi?

Le reazioni di fotosensibilità che si manifestano con reazioni gravi sono soprattutto quelle fototossiche che sono da considerare come “ustioni” solari e che vengono distinte in primo grado, caratterizzate da arrossamento, edema (gonfiore) e talvolta dolore modesto, o da reazioni di secondo grado caratterizzate da reazioni più intense con presenza di vescicole e dolore intenso. La gravità di queste ultime è soprattutto legata all’estensione delle lesioni cutanee.

Che tipo di precauzioni è bene adottare?
Innanzitutto è fondamentale utilizzare le creme solari, in particolare quelle in grado di proteggere sia dai raggi UVB, responsabili delle classiche “bruciature” solari, sia dai raggi UVA che quasi sempre sono responsabili delle reazioni di fotosensibilità da farmaci. Non bisogna tuttavia dimenticare che in soggetti predisposti le stesse creme di protezione solare possono dare a loro volta reazioni di fotoallergia. Inoltre, sono da adottare le comuni regole di buonsenso quali l’esposizione solare al di fuori dell’orario di maggior incidenza delle radiazioni ulraviolette (dalle 10 alle 16), l’adottare se necessario indumenti protettivi a maniche lunghe e infine l’utilizzo di schermi o film protettivi anche in ambienti apparentemente innocui o non a rischio, come l’automobile. Fortunatamente, la protezione solare previene solitamente le reazioni di fotosensibilità.

Che cosa si deve fare di fronte a un’emergenza?
Sicuramente è necessario rivolgersi a un medico o al pronto soccorso più vicino. Il personale medico sarà in grado di fare una valutazione della gravità del quadro e di prescrivere, se necessario, una terapia adeguata, solitamente steroidi sotto forma di creme o, nei casi più gravi, per via orale. In caso di reazioni gravi, passata la fase acuta, bisognerà rivolgersi a un centro specializzato in grado di individuare i farmaci potenzialmente responsabili delle reazioni, anche attraverso l’esecuzione di test di fotosensibilità.

la Repubblica, 13 agosto 2012

Author Info

siglec7@gmail.com

No Comments

Post a Comment